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IL PONTE SUL FIUME KWAI - COLLECTOR'S EDITION 2 DVD
IL PONTE SUL FIUME KWAI - COLLECTOR'S EDITION 2 DVD
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Nel 1943, durante la Seconda guerra mondiale, nel corso dell'espansione dell'Impero giapponese nell'Estremo Oriente, un contingente di prigionieri di guerra inglesi, guidati dal colonnello Nicholson, arrivano, dopo esser stati tradotti in treno, con una faticosa marcia nella giungla al campo di prigionia giapponese, in Thailandia. Qui è già recluso un comandante della Marina americana, Shears, che racconta a Nicholson le orribili condizioni del campo, dove han già trovato la morte i precedenti prigionieri.
Il colonnello proibisce ai propri uomini qualsiasi tentativo di fuga nella giungla, asserendo che i suoi superiori gli ordinarono la resa ai nemici giapponesi. Inoltre, sebbene il campo di prigionia non abbia recinzioni, la densa e intricata foresta tropicale renderebbe assai difficile l'eventuale riuscita della fuga.
Il comandante del campo, il colonnello Saito, informa i prigionieri che essi son stati condotti lì perché saranno loro a costruire il ponte ferroviario sul fiume Kwai che congiungerà Bangkok e Rangoon. Nicholson opina che la Convenzione di Ginevra prevede l'esenzione dai lavori forzati degli ufficiali prigionieri. A quel punto, Saito schiaffeggia Nicholson e lo minaccia di uccidere tutti gli ufficiali. Ma l'intervento delmaggiore Clipton, l'ufficiale medico britannico, il quale ammonisce Saito di aver lasciato troppi testimoni presenti che potrebbero un giorno testimoniare l'eccidio, fa desistere Saito. Gli ufficiali vengono lasciati a languire in piedi tutto il giorno sotto l'atroce Sole tropicale, con la minaccia del mitragliatore. Alla fine della giornata, vengono reclusi in piccolissime celle di ferro a cielo aperto, mentre Nicholson è prima pestato e poi rinchiuso anche lui.
Shears e altri due prigionieri cercano di scappare: due vengono uccisi subito dalle guardie giapponesi, solo Shears, cadendo da una grande altezza nel fiume sottostante, sopravvive. Ferito, vaga disperatamente al limite delle forze, finché si imbatte ormai allo stremo in un villaggio thailandese, dai cui abitanti viene curato. Con una barca degli indigeni, riprende il viaggio: prima alla deriva, riesce poi ad esser salvato, e approda nella colonia britannica di Ceylon.
Frattanto, la costruzione del ponte procede malamente e sregolatamente: i lavori non progrediscono in alcun modo, in parte per l'incompetenza degli ufficiali giapponesi, in parte per la lentezza e il sabotaggio compiuto dai prigionieri. Saito comunica a Nicholson, che ha subìto lunghe torture, che se egli non riuscirà a costruire il ponte, entro la data fissata di maggio, dovrà compiere il suicidio rituale, per lavare l'onta della sua imperizia di comando. Con una mossa disperata, Saito rilascia Nicholson e gli altri ufficiali, esentandoli dal lavoro manuale.
Nicholson, scioccato dallo scarso lavoro svolto dai suoi uomini, propone ai giapponesi, su consiglio di alcuni suoi ufficiali competenti in ingegneria, la riprogettazione e la costruzione daccapo del ponte. Egli lo considera un tributo duraturo all'abilità e superiorità tecnica dell'esercito britannico rispetto a quella giapponese. Ma Clipton gli obietta che si potrebbe invece ravvisare nell'opera mero collaborazionismo, se non addirittura un tradimento per intelligenza coi piani del nemico.
L'ossessione di Nicholson nel costruire a marce forzate il ponte - nel quale intravede una specie di rivincita morale sui giapponesi - lo spinge infine, nella lotta contro il tempo per raggiungere la data stabilita per l'inaugurazione del ponte, a offrire volontariamente i suoi ufficiali per il lavoro manuale di costruzione, ribaltando così l'iniziale intransigenza sul lavoro coatto degli ufficiali.
Dopo la rocambolesca fuga e il salvataggio, Shears, che gli inglesi hanno scoperto essere in realtà un marinaio di seconda classe della Marina USA, riceve un alloggio e un trattamento dorato assieme agli altri ufficiali nel sanatorio sull'isola di Ceylon, che gli danno modo di allacciare avventure galanti. Dove viene però ingaggiato giocoforza dal maggiore Warden, per partecipare alla rischiosa missione di un commando che dovrà far saltare il ponte.
Mentre i lavori di costruzione avanzano, il gruppo guidato dal maggiore Warden - composto da Shears, Chapman e Joyce, un canadese volontario e moralmente idealista - si lancia col paracadute da un aereo militare in una zona della Thailandia, ad alcuni giorni di marcia dal sito del ponte ferroviario, col compito di raggiungerlo e distruggerlo durante l'inaugurazione, a costruzione ultimata, possibilmente durante il transito del treno giapponese carico di truppe.
Nell'atterraggio Chapman muore: il commando, accompagnato da Khun Yai, un capo villaggio, e da alcune donne thai, comincia una spossante marcia nella giungla. Warden viene ferito al piede da un soldato giapponese, ma il commando raggiunge il ponte in tempo utile. Tuttavia, non conoscendo l'ora di arrivo del treno, non può utilizzare le spolette a tempo. Col favore delle tenebre, Shears e Joyce piazzano alla base del ponte le cariche esplosive, collegate a un detonatore, che verrà azionato da Joyce al momento del passaggio del treno.

La mattina successiva è previsto il passaggio del treno sul nuovo ponte: i prigionieri transitano marciando sul ponte prima di essere trasferiti in un altro campo di prigionia, mentre Nicholson rimane per assistere al passaggio inaugurale. Dal ponte, Nicholson, assieme al comandante giapponese, ha modo di osservare un filo che sporge: a causa del decremento del flusso dell'acqua, il livello del fiume si è abbassato. Nicholson avvisa Saito di voler scendere sul letto del fiume per investigare: si tratta del cavo di collegamento delle cariche al detonatore.
Accortosi del tentativo di attentare al ponte, Nicholson allerta il giapponese. Quando i due si stanno avvicinando al detonatore, Joyce esce fuori e uccide Saito pugnalandolo di spalle. Inspiegabilmente, l'inglese inizia allora a gridare, chiedendo aiuto ai giapponesi, e cercando di impedire a Joyce di azionare il detonatore. Richiamati dal grido di aiuto, le guardie giapponesi iniziano a sparare contro il commando. Inizia una battaglia di spari tra i giapponesi e il commando. Nicholson, nel tentativo di ostacolare a tutti i costi il sabotaggio, ingaggia un corpo a corpo contro Joyce, che durante la lotta viene colpito mortalmente da una pallottola sparata dai giapponesi.
Dopo lo sparo a Joyce, Shears si butta nel fiume per far esplodere lui le bombe. Alla vista di Shears, falciato dai tiri giapponesi, un basito Nicholson, che lo credeva morto durante la fuga, si rende conto dell'insensatezza di ciò che ha fatto. Ma viene subito colpito dallo scoppio di un mortaio, lanciato da Warden, che colpisce fatalmente Nicholson, il quale, subito rialzatosi in piedi, muore cadendo inconsapevolmente sul detonatore, facendo esplodere finalmente le cariche. Il ponte viene distrutto contemporaneamente al treno, che vi sta transitando a tutta velocità. Il medico Clipton, che ha osservato dall'alto della collina tutta la concitata e strabiliante scena, esclama il proprio sconvolgimento e sgomento per la carneficina avvenuta sotto i suoi occhi, gridando: «Pazzia, pazzia!».
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