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IL RE LEONE 3 HAKUNA MATATA
IL RE LEONE 3 HAKUNA MATATA
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Timon e Pumbaa stanno riguardando Il re leone in un cinema vuoto. Timon vuole passare direttamente alla parte del loro debutto, ma Pumbaa vuole andare in ordine, allora Timon svela che loro due, anche se non comparivano fin dall'inizio del film, ci sono sempre stati, e decide di raccontare la loro storia, mostrando che erano nascosti prima della loro comparsa anche se nessuno li vedeva; decide anche di raccontare le loro origini ed il loro incontro.
Timon mostra a Pumbaa il suo background storico, rivelando di essere stato un emarginato nella sua colonia di suricati alla periferia delle Terre del Branco (dedita unicamente all'attività di scavo di gallerie), in quanto non riusciva a svolgere bene qualsiasi compito gli venisse assegnato (Nel primo film durante Hakuna Matata Timon avrebbe dovuto raccontarlo a Simba in un brano). Pur venendo sostenuto dalla madre, Timon desidera di più nella vita e lascia la colonia dopo che i suricati e suo zio Max vengono quasi mangiati dalle iene Shenzi, Banzai e Ed (alle quali Timon stesso, distraendosi a cantare una canzone mentre svolgeva il ruolo di sentinella, aveva permesso di entrare nella colonia). Una volta partito, Timon incontra il mandrillo Rafiki, che gli consiglia di trovare il suo posto nel mondo attraverso l'Hakuna Matata e di "guardare oltre ciò che vede". Dopo aver osservato la Rupe dei Re in lontananza e aver deciso di avventurarsi là, Timon si aggira per l'erba alta e incontra Pumbaa per la prima volta, anche lui emarginato dagli altri animali; i due diventano amici molto rapidamente.
Il duo arriva alla Rupe dei Re durante la presentazione di Simba agli animali delle Terre del Branco. Tuttavia, Pumbaa informa Timon di sentirsi a disagio tra la folla, ed emette una flatulenza che fa letteralmente svenire gli animali lì vicino, facendo in modo che il resto di loro creda che si siano inginocchiati e si inginocchi a sua volta. Timon si rende conto che questo è il "potere speciale" di Pumbaa che gli fa allontanare gli animali, come Pumbaa aveva accennato al loro primo incontro. Timon e Pumbaa quindi cercano diversi altri luoghi in cui vivere, intercettando gli eventi importanti del film. Rimangono infine intrappolati nella fuga degli gnu dove Mufasa trova la morte, ma sopravvivono dopo essere caduti giù da una grande cascata e aver trovato una vasta giungla dove decidono di fare la loro casa. Timon poi viene a sapere della filosofia dell'Hakuna Matata di Pumbaa, abbracciandola al meglio. Tuttavia, un giorno i due trovano Simba e lo crescono come proprio, nonostante gli effetti negativi dell'Hakuna Matata.
Anni dopo, Nala appare dopo aver inseguito Pumbaa e si ricongiunge con Simba. Timon e Pumbaa cercano di evitare che i due leoni stiano insieme, ma non riescono nel loro piano. Vedono poi Simba fuggire dopo la sua lite fuori campo con Nala; Timon festeggia, mentre Pumbaa si sente colpevole. Più tardi, Nala appare spiegando a loro due dove è andato Simba, dopo che Rafiki aveva spiegato che era fuggito per sfidare Scar. Dopo che Nala va a seguire Simba, Pumbaa litiga con Timon, che è arrabbiato per l'abbandono di Simba, e i due si separano. Inizialmente Timon egoisticamente dichiara che, ora che è rimasto solo, ha tutto quello che voleva nella giungla, ma ben presto la solitudine comincia a sopraffarlo. Rafiki appare a Timon, ma il suricato gli impedisce di parlare e, mentre finge di avere una conversazione tra lui e il mandrillo (imitando quest'ultimo), Timon si rende conto che il suo Hakuna Matata non è una casa, ma l'amicizia, spingendolo a seguire i suoi amici.
Timon raggiunge Pumbaa, che sta attraversando il deserto, e i due si riconciliano, prima di rimettersi in cammino per la Rupe dei Re. Dopo aver aiutato Simba e Nala, Timon e Pumbaa eludono le iene e incontrano la madre di Timon e lo zio Max, che sono venuti in cerca di Timon (dopo che la madre aveva incontrato Rafiki in precedenza). Volendo aiutare Simba, Timon propone di sbarazzarsi delle iene utilizzando i tunnel scavati dai suricati, Timon e Pumbaa provocano le iene in modo che li inseguano in modo da permettere a Simba di inseguire Scar. Mentre Simba combatte Scar, la mamma e lo zio Max costruiscono un tunnel sotto di loro e Timon e Pumbaa utilizzano varie tattiche per distrarre le iene, le quali si erano fermate ad ascoltare Scar che le tradiva cercando di incolpare loro per la morte di Mufasa in modo che Simba lo risparmi provocando l'ira delle iene che lo lasciano in balia di Simba e ora sono tornati ad attaccare Timon e Pumbaa non essendosi dimenticati del loro insulto. Quando i tunnel sono finiti, Max abbatte rapidamente i bastoni usati per tenere in piedi il tunnel per far crollare il terreno; tuttavia l'ultimo palo non crolla e il piano fallisce. Messo nuovamente con le spalle al muro dalle iene, Timon si immerge sottoterra e mentre le iene si avvicinano ai suoi compagni si affretta velocemente a rompere i bastoni rimanenti, salvando la sua famiglia e la Rupe dei Re. Subito dopo, Scar viene gettato fuori della Rupe dei Re da Simba e cade nello stesso posto delle iene, che lo uccidono per averle tradite. Simba accetta il suo posto come re delle Terre del Branco, ringraziando Timon e Pumbaa per averlo aiutato. Timon porta poi la madre, lo zio Max e la colonia di suricati a vivere nella giungla, rendendosi conto che il suo vero Hakuna Matata è la famiglia. I suricati e Pumbaa festeggiano con Simba, lodando Timon come loro eroe per aver trovato loro un rifugio bello e sicuro e per averli liberati per sempre delle iene. Nella scena finale del film, la mamma di Timon, lo zio Max, Simba, Rafiki e tanti altri personaggi Disney in silhouette che non fanno parte del film (molti di loro furono doppiati da molti doppiatori accreditati nelle voci aggiuntive: Carolyn Gardner, Jeff Bennett, Del Roy, Bob Joles, Kevin Schon, Bill Farmer, Corey Burton, Chris Sanders, Tony Anselmo, Blayne Weaver e Shaun Fleming) si uniscono a Timon e Pumbaa per rivedere il film nel cinema. Pumbaa poi informa Timon di sentirsi ancora a disagio tra la folla, prima che i titoli di coda compaiono.
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