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LA MOSCA 2

LA MOSCA 2

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Veronica Quaife, compagna dello scienziato Seth Brundle, muore dando alla luce una sorta di larva, nella quale è però racchiuso un bambino fisicamente normale. Nonostante nel primo film Veronica volesse abortire per timore di generare un mostro, ha scelto infine di portare a termine la gravidanza. Il neonato, chiamato Martin, è affetto dalla Sindrome di Brundle; il suo DNA è reso anomalo dalla presenza di geni di mosca ereditati dal padre. Il primo sintomo a manifestarsi è una crescita fisica e intellettiva estremamente accelerata. Il bambino viene cresciuto in un ambiente clinico, sotto stretta osservazione di un'équipe di medici della Bartok Industries, che aveva finanziato gli esperimenti del padre. Formalmente, Martin è adottato da Anton Bartok, che è a capo della Bartok Industries. Quotidianamente gli vengono somministrati farmaci per rallentare il decorso della malattia. Ancora bambino, si affeziona ad un cane, usato come cavia dai ricercatori della Bartok. Un giorno, non trovandolo nella sua gabbia, si introduce in un'area riservata e assiste al tentativo da parte dei ricercatori di teletrasportare lo sventurato animale mediante le due telecapsule sopravvissute nel laboratorio di Seth Brundle. A causa degli errori nella programmazione, il cane ne esce orribilmente sfigurato, mentre il giovanissimo Martin si avvicina per la prima volta al lavoro del padre.

A soli 5 anni di età Martin ne dimostra già 25. Il padre adottivo gli consente di trasferirsi in un appartamento, lontano da occhi indiscreti e dalla stanza dietro un vetro dove era stato tenuto fino a quel momento. Martin prosegue lo studio del sistema di teletrasporto, riuscendo a riprogrammare il computer e a trasferire con successo un telefono. Nel frattempo ha conosciuto Beth, una ragazza impiegata della Bartok, con la quale intreccia una relazione. I rapporti con il padre adottivo e con l'intero ambiente della Bartok iniziano a peggiorare dopo che il ragazzo scopre come il cane di cui si era tanto affezionato sia ancora imprigionato e sofferente, mantenuto in vita solo per essere sfruttato come cavia da laboratorio. Inorridito da tale crudeltà, decide di sopprimere l'animale per porre fine alle sue sofferenze.

Continuando la programmazione del computer, Martin riesce infine a teletrasportare con successo un gatto, solo dopo aver fallito con una pianta di Beth. Scopre inoltre che una possibile soluzione definitiva al suo male sarebbe teletrasportarsi assieme a un soggetto donatore di geni sani, al quale però verrebbero trasferiti i geni portatori della Sindrome di Brundle. Ragion per cui rinuncia all'idea. In seguito la situazione va sempre più degenerando: iniziano a comparire i primi sintomi della malattia, Martin scopre di essere sempre stato spiato, anche nella sua residenza privata e di non essere mai stato veramente curato (gli veniva somministrato un placebo). Cercando nell'archivio dei video, Martin trova le vecchie registrazioni di suo padre Brundle filmato da Veronica durante la sua trasformazione in Brundle-Mosca. Bartok, giunto in quel momento, gli rivela di aver sempre desiderato che la metamorfosi si compisse desideroso di vedere cosa Martin sarebbe diventato e che avrebbe rivoluzionato il mondo scientifico. Martin, sconvolto, fugge con Beth.

Non sapendo a chi rivolgersi, Martin comprende che la sola speranza al suo problema è di ritrovare Stathis Borans, ex compagno di sua madre Veronica. Giunti a casa sua, l'uomo inizialmente rifiuta i due, scegliendo infine di farli entrare. Stathis nutre ancora disprezzo e odio per Brundle, responsabile della sua perdita di piede e mano. Nonostante ciò Stathis, comprendendo il dolore di Martin, afferma infine che il padre Brundle avesse ragione sul fatto che l'unica soluzione alla mutazione sia il giusto utilizzo delle telecapsule. Nonostante l'aspro rifiuto di Martin, Stathis intuisce che Martin ha scoperto il modo e incoraggia Beth a convincerlo a usarlo. Fattasi notte, i due si nascondono in un motel, dove Martin peggiora a vista d'occhio.

Disperata, Beth chiede aiuto ai medici della Bartok. Martin viene scortato in una sala d'osservazione, dove si racchiude in un enorme bozzolo. Frattanto, Bartok e i ricercatori tentano inutilmente di sbloccare il computer delle telecapsule, che Martin ha prudentemente protetto con una password e in caso di fallimento al primo tentativo, si avvierebbe un programma che cancellerebbe tutto il sistema. A metamorfosi compiuta, Martin fuoriesce dal bozzolo sotto forma di una mostruosa creatura mosca molto più grossa e forte del padre. Accecato dalla rabbia, miete diverse vittime e, tornato al laboratorio, attiva la sequenza di trasferimento genetico da donatore sano nella capsula trascinando Bartok con sé. Martin inserisce la password che si rivela essere "DAD". Martin torna ad essere umano, mentre Bartok è ridotto a un essere deforme che viene utilizzato dai suoi stessi ricercatori come una cavia da laboratorio.

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