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NUOVO CINEMA PARADISO

NUOVO CINEMA PARADISO

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Nel 1988, Salvatore Di Vita è un affermato regista cinematografico che vive a Roma da circa trent'anni e non ha mai voluto fare ritorno a Giancaldo, il paese siciliano (in realtà immaginario) di cui è originario, lasciando sempre che fosse sua madre a dover andare a trovarlo. Una sera, al suo rientro a casa, la compagna gli dice di aver appreso, tramite una telefonata dalla madre di lui, della morte di un certo Alfredo. Salvatore resta molto turbato dalla notizia e quella notte non riesce a prendere sonno e rivive i ricordi della sua giovinezza.

Philippe Noiret e Salvatore Cascio in una scena

Nel secondo dopoguerra il piccolo Salvatore, chiamato da tutti Totò, vive a Giancaldo insieme alla madre Maria e alla sorella Lia, sperando che il padre, militare disperso in Russia, sia sopravvissuto e torni a casa. Totò fa il chierichetto per il parroco don Adelfio, gestore della sala cinematografica locale, il Cinema Paradiso. Don Adelfio assiste in anteprima alla proiezione delle pellicole e ordina al proiezionista Alfredo di rimuovere da esse tutte le scene in cui gli attori si baciano. Salvatore, affascinato dal cinematografo, assiste di nascosto alle proiezioni private per il prete e tenta invano di rubare i pezzi di pellicola tagliati da Alfredo.

Quest'ultimo è un uomo analfabeta e scontroso ma di buon cuore, con cui Totò tenta di stringere amicizia, nonostante il parere contrario di sua madre e di Alfredo stesso, il quale inizialmente non sopporta il ragazzino, dicendogli di ritenere faticoso e insoddisfacente il lavoro come operatore. Quando Totò e Alfredo si sottopongono all'esame di licenza elementare, stringono un accordo: il bambino aiuterà Alfredo a svolgere la prova e in cambio l'uomo dovrà insegnargli a proiettare i film.

Totò, che nel frattempo ha anche tristemente appreso della morte del padre, comincia quindi a frequentare regolarmente la cabina di proiezione del Cinema Paradiso, diventando un vero e proprio assistente di Alfredo. Una sera, in occasione dell'ultimo giorno di programmazione del film I pompieri di Viggiù, gli spettatori sono troppi e la maggior parte di loro non riesce a entrare in sala, reclamando di poter comunque assistere alla proiezione: Alfredo, con un gesto di sorridente magnanimità, decide di accontentarli manovrando il proiettore in modo da mostrare le immagini sul muro di un edificio della piazza e facendo sentire il sonoro tramite un altoparlante. Durante la proiezione, tuttavia, in un momento di distrazione di Alfredo, la pellicola prende fuoco (pericolo che Alfredo stesso temeva particolarmente e usava come pretesto per allontanare Totò prima di fare amicizia con lui), generando un incendio che si propaga velocemente prima alla cabina di proiezione e poi all'intero edificio. Alfredo, nel tentativo di domare l'incendio, viene investito al volto da una fiammata, cade svenuto e si salva solo grazie all'intervento di Totò, che lo trascina fuori dal cinematografo; l'uomo tuttavia rimane completamente cieco.

Altra scena con Noiret e Cascio

Grazie a Ciccio Spaccafico, un paesano originario di Napoli diventato ricco dopo una vincita alla Sisal, la sala cinematografica andata distrutta viene ricostruita e riaperta, con il nome di Nuovo Cinema Paradiso, e Totò, rimasto l'unica persona in paese in grado di svolgere il mestiere di proiezionista, assume tale ruolo in pianta stabile (anche se, essendo il ragazzino minorenne, ufficialmente l'operatore sarebbe il proprietario Spaccafico), mostrando i film senza più censure e ricevendo continuamente visite da Alfredo, il quale, come comprensibile, si rammarica e si innervosisce quando, qualche anno dopo, vengono introdotte le prime pellicole a prova di fiamma.

Diventato adolescente, Salvatore, mentre continua a lavorare al cinema, incontra Elena Mendola, figlia del nuovo direttore della banca locale, e se ne innamora. Inizialmente non trova il coraggio di dichiararsi (a un certo punto, addirittura, telefona a casa di lei e si dichiara senza rendersi conto che in realtà al telefono c'è la madre di lei, la quale lo sgrida arrabbiatissima) e si limita a confidare il proprio turbamento ad Alfredo. Alla fine, grazie alla complicità dell'amico, Salvatore rivela il proprio amore a Elena in un momento in cui lei si è recata in chiesa per confessarsi, entrando nel confessionale al posto di don Adelfio, che viene attirato fuori da Alfredo; la ragazza però gli dice di non essere innamorata di lui. Salvatore non si scoraggia e continua con ostinazione il corteggiamento per diversi mesi. Alla fine Elena, colpita dalla perseveranza di Salvatore, cede alla sua corte, quindi i due si fidanzano e vivono momenti di passione e felicità.

La famiglia di Elena è contraria alla sua relazione con Salvatore, in quanto il ragazzo appartiene a una classe sociale inferiore; il padre di Elena, in particolare, vorrebbe farla fidanzare con il figlio di un suo collega. Con l'avvicinarsi dell'estate, mentre il Nuovo Cinema Paradiso e Salvatore trasferiscono temporaneamente le proiezioni in un'arena estiva, i genitori di Elena decidono di trascorrere un periodo in Toscana, nel tentativo di allontanare la figlia da Salvatore. Il sentimento tra i due però non si affievolisce ed Elena trova il modo di tornare in Sicilia con una scusa. Al termine dell'estate, tuttavia, Salvatore riceve la chiamata per assolvere il servizio militare di leva a Roma, dal quale, teoricamente, avrebbe dovuto essere dispensato in quanto orfano di guerra. Prima di partire si accorda con Elena per un ultimo appuntamento al Nuovo Cinema Paradiso, ma la ragazza non si presenta. Salvatore corre a casa di lei e scopre che la famiglia di Elena si è trasferita altrove, senza aver lasciato alcun recapito.

Durante il periodo di leva (che, a causa di problemi burocratici, si protrae per più di un anno), il protagonista tenta invano di rintracciare Elena, di cui sembrano essersi perse le tracce. Tornato in Sicilia, ritrova Alfredo, che in sua assenza non è mai uscito di casa e non ha voluto parlare con nessuno. L'ex proiezionista, amareggiato e deluso dalla vita, consiglia a Salvatore di lasciare per sempre il paese e tornare a Roma, badando solo a sé stesso e alle proprie aspirazioni. Alla stazione ferroviaria di Giancaldo, nel salutare Salvatore per l'ultima volta, Alfredo gli ribadisce i propri consigli: dimenticare tutto, non pensare a nulla di relativo al passato e non tornare mai più.

Con quest'ultimo ricordo la mente di Salvatore torna al presente. Il protagonista si rende conto che, nonostante abbia avuto grandi soddisfazioni sul piano professionale, è molto insoddisfatto della propria vita. Decide così di tornare al suo paese natale, per riappacificarsi con le sue origini e rendere l'ultimo saluto all'amico Alfredo. A Giancaldo, Salvatore viene accolto con affetto dalla madre, incontra la sorella e i nipoti e viene salutato con rispetto e ammirazione dai compaesani. Durante il funerale di Alfredo, il protagonista passa accanto al Nuovo Cinema Paradiso, trovandolo chiuso e in rovina, e incontra Spaccafico, che gli spiega che la sala ha cessato l'attività da ormai sei anni a causa della carenza di pubblico, e pochi giorni dopo verrà demolita per fare posto a un parcheggio.

Salvatore decide di trattenersi qualche giorno in più a Giancaldo. Durante il soggiorno, dopo aver visitato le rovine del cinema, nota una ragazza straordinariamente somigliante a Elena da giovane e, convinto che sia in qualche modo legata al suo amore di gioventù, la segue fino a casa, dove scopre che il padre della ragazza è "Boccia", un suo vecchio amico. Salvatore si reca nel bar di fronte all'appartamento e, ricordandosi nome e cognome dell'uomo, con l'ausilio di un elenco telefonico, cerca e compone il numero dell'abitazione. A rispondere è proprio Elena: Salvatore le chiede un incontro di persona, ma la donna rifiuta.

Una sera, mentre Salvatore passeggia su un molo, Elena lo raggiunge e i due hanno modo di confrontarsi sul passato. Elena gli spiega di essersi sposata con "Boccia", diventato negli anni un noto politico; quando Salvatore le rinfaccia di non essersi presentata al loro ultimo appuntamento al cinema, Elena gli rivela che in realtà ci era andata eccome e aveva anche intenzione di fuggire insieme con lui, ma, siccome aveva dovuto litigare a lungo con i genitori, era arrivata in ritardo, e al cinema aveva incontrato Alfredo, che le aveva detto che le passioni sono destinate a finire e a essere rimpiazzate da nuovi amori, e che il giovane Totò, invece, poteva avere un unico futuro, nel mondo cinematografico. Elena dice di aver comunque lasciato all'amato un messaggio, scritto sul retro di una delle bolle di accompagnamento delle bobine in proiezione, e Salvatore si rende conto di non averlo mai trovato. Alfredo, successivamente, aveva scelto di non rivelare mai a Salvatore di aver incontrato la ragazza, nonostante lei glielo avesse chiesto. Lei gli racconta di aver visto e apprezzato tutti i suoi film, dicendogli che essi non sarebbero mai stati realizzati se loro due fossero rimasti insieme, e gli rivela di averlo sempre amato esattamente come lui amava lei. Dopo queste rivelazioni, i due vivono un ultimo momento di passione.

Prima di lasciare la Sicilia, Salvatore incontra la vedova di Alfredo, che gli spiega che l'anziano operatore in realtà è sempre stato molto fiero di lui come regista, pur rimanendo convinto che non dovesse mai più tornare a Giancaldo, e gli consegna ciò che Alfredo aveva deciso di lasciargli: lo sgabello su cui si sistemava quando proiettava i film e una bobina senza nessuna etichetta. Salvatore si reca per l'ultima volta al Nuovo Cinema Paradiso, dove ritrova il biglietto di Elena tra i fogli ingialliti e impolverati, in cui lei gli scriveva di amarlo e gli forniva un indirizzo per scriverle, poi assiste impotente all'abbattimento del locale insieme con i compaesani. Tornato a Roma, fa proiettare la bobina e scopre l'ultimo regalo di Alfredo: si tratta di un montaggio delle scene di baci censurate da Alfredo dalle proiezioni del Cinema Paradiso, per conto di don Adelfio, nel corso degli anni. Visionando commosso la pellicola, Salvatore si riappacifica definitivamente con il proprio passato.

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