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ROLLERBALL (1975)

ROLLERBALL (1975)

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Anno 2018: nel mondo non esistono più nazioni, guerre, crimini, violenza o povertà; i governi sono sostituiti da un'unione di «corporazioni» i cui dirigenti controllano capillarmente la vita di tutto il pianeta, soddisfacendo contemporaneamente il bisogno di benessere della popolazione. Una delle principali fonti di svago per le masse è rappresentata dal rollerball, uno sport estremamente violento che le corporazioni usano come instrumentum regni e sublimazione di fatto della guerra stessa: due squadre di corridori su pattini a rotelle e in motocicletta si affrontano all'interno di una pista circolare, con lo scopo di centrare una buca magnetica con una sfera di acciaio.

Jonathan E., capitano della squadra campione in carica di Houston, è un carismatico veterano che da ormai otto anni guida la squadra in uno sport dove la carriera di un giocatore dura al massimo due o tre anni. Dopo la vittoriosa partita dei quarti di finale contro Madrid, viene convocato da Arold Bartholomew, un importante dirigente della Energy incaricato di prendere tutte le decisioni, il quale gli comunica che il direttivo ha deciso per le sue dimissioni. Jonathan chiede spiegazioni, ma Bartholomew gli fornisce solo vaghe risposte sostenendo che ciò è fatto «per il suo bene» ed è sordo alle proteste del campione quando gli ricorda che anche sua moglie Ella gli è stata portata via perché piaceva a un dirigente; Bartholomew inoltre gli comunica che dovrà comparire in uno speciale televisivo a lui dedicato e annunciare in diretta il ritiro.

In attesa della partita di semifinale, che si giocherà a Tokyo, Jonathan torna al suo ranch dove la compagna Mackie ha ricevuto l'invito dalla Corporazione ad allontanarsi; al suo posto qualche giorno dopo arriva Daphne, bellissima donna alla quale la Corporazione ha affidato l'incarico di persuaderlo ad abbandonare il rollerball. Jonathan parla della situazione col suo vecchio amico Cletus, un importante personaggio in seno al mondo dello sport, il quale gli promette di informarsi sul perché il Consiglio chieda le sue dimissioni, facendogli tuttavia capire che la decisione sarà in ogni caso irrevocabile. Jonathan non si limita a chiedere aiuto all'amico, ma cerca di informarsi anche privatamente sulle dinamiche delle Corporazioni e sui metodi di decisione; tutte le pubblicazioni storiche sono state riscritte al computer e le versioni originali sono scomparse: l'unica possibilità è quella di recarsi a un centro dati di Ginevra.

Deluso, Jonathan riprende la sua vita ma, prima della partita con il Tokyo, apprende che il regolamento è stato cambiato: sono state eliminate le penalità previste per il gioco troppo violento e le sostituzioni saranno limitate. Il campione ne chiede ragione a Rusty, il suo allenatore, ma riceve solo una risposta seccata, con l'esortazione a fare «ciò che è stato deciso».

Sempre più isolato, al momento della registrazione del programma in cui dovrebbe annunciare il suo ritiro, Jonathan evita di leggere il comunicato, scatenando la rabbia di Bartholomew dietro le quinte. Il dirigente affronta apertamente Jonathan durante una festa: in un colloquio riservato gli spiega che nessun giocatore potrà mai essere più grande del gioco stesso e che non è previsto che un uomo rimanga a lungo nel rollerball, quindi minaccia che farà di tutto per distruggerlo se non si ritirerà; in cambio, Jonathan chiede di rivedere Ella e la cancellazione delle nuove regole, ma il dialogo termina bruscamente con un secco rifiuto. Nel frattempo neanche Cletus è riuscito a ottenere le informazioni richieste, ma la sua sensazione è che il Consiglio abbia per qualche motivo paura di Jonathan.

La squadra si reca a Tokyo e contemporaneamente iniziano a circolare voci sul fatto che l'eventuale finale sarà giocata senza limiti di tempo; la partita si rivela altamente drammatica e, nonostante la vittoria, Jonathan resta ferito e Moonpie, unico amico rimastogli, viene volontariamente aggredito da tre giocatori, colpito alla testa e mandato in coma.

Bartholomew convoca il Consiglio direttivo, sostenendo che l'uomo non può prevalere sul sistema e, nonostante qualche timida perplessità di uno dei consiglieri, ottiene all'unanimità la decisione di far perdere il campione, cioè farlo morire, in occasione della finale. Jonathan nel frattempo va a Ginevra dove si trova Zero, il computer centrale che contiene tutto lo scibile umano, e con l'aiuto del responsabile tenta di ottenere le risposte che cerca, ma invano.

Di ritorno al ranch, Jonathan trova Ella, che sembra tornata per ricominciare la vita con lui, ma anche questo incontro è stato "programmato" per convincerlo a ritirarsi; è infatti proprio la moglie a comunicargli che l'ultima partita sarà giocata senza limiti di tempo. Jonathan si rende così conto che Ella rappresenterebbe la sua ricompensa in caso di ritiro. Dopo questa ennesima delusione, Jonathan chiude col passato cancellando tutti i vecchi filmati di loro insieme, che guardava nei tanti momenti di solitudine.

La sera della finale a New York, Jonathan osserva la sua squadra nello spogliatoio; tutti sanno cosa sta per succedere e nessuno parla, ma Jonathan fa capire che in ogni caso giocherà, avviandosi per il corridoio e entrando in campo da solo. A quel punto i compagni lo seguono. L'incontro come previsto si risolve in una carneficina, ma il campione riesce a sopravvivere e, sfinito e sanguinante, anziché abbattere l'ultimo avversario come tutti si aspettano, prende la palla e va a segnare il punto della vittoria di fronte a un esterrefatto Bartholomew che, sconfitto, abbandona l'arena. Jonathan ha ottenuto la vittoria dell'uomo sul sistema e, mentre il pubblico scandisce il suo nome avendo compreso il peso del suo gesto, corre da solo sulla pista disseminata di cadaveri.

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